Osservatorio sulla gestione flessibile: analisi al 31/03/2019

Pubblicato il 30/05/2019 - Alessia Vicario
Il recupero dei flessibili sulla scia del rally dell’azionario. La nuova analisi dell'Osservatorio: primo trimestre 2019.

La gestione flessibile, ad un anno, registra un notevole miglioramento delle performance. Al 31.12.2018 degli 80 fondi presenti nell’Osservatorio solo due presentavano valori di performance positive (l’H2O Multistrategies R C EUR (7,08%) e il FF Smart Global Defensive EUR (1,62%)). Nel primo trimestre 2019 i fondi con performance ad 1 anno positive diventano 37 arrivando a rappresentare il 47,5% del campione. Il fondo flessibile con valore di performance più basso ad 1 anno è il fondo Carmignac Patrimoine E che registra un valore pari a -7,48% (al 31.12.2018 il valore di performance più basso era pari al -13,82%).

 

Oltre che in termini di performance, i miglioramenti sono visibili anche in termini di volatilità.  Ad 1 anno il 78,75% del campione (pari a 63 fondi) si trova infatti nella fascia di volatilità più bassa (inferiore al 7%), il 20% del campione (pari a 16 fondi) presenta una volatilità compresa tra il 7% e il 15% e solo l’1,25%, rappresentato dal fondo H2O Multistrategies R, si trova nell’ultimo range con una volatilità del 30,06%. Il recupero registrato dai fondi flessibili viene confermato anche dai diversi indicatori di risk adjusted performance: ad 1 anno 7 fondi su 80 presentano uno Sharpe ratio superiore all’unità, nel precedente Osservatorio nessun fondo aveva uno Sharpe ratio superiore ad 1 e solo due fondi presentavano un valore positivo,  al 31.03.2019 questi ultimi diventano 42.

 

L’ultimo trimestre 2018 ha visto chiudere in rosso tutte le principali asset class. I fondi flessibili hanno registrato una performance annualizzata nel 2018 negativa pari al -7,96% contro il -10,61% registrato dai fondi azionari. I dati indicano che le perdite registrate nei comparti flessibili non sono state pertanto di gran lunga inferiori rispetto a quanto registrato nel mondo azionario con un differenziale in positivo di soli 2,64 punti percentuali. Se nella fase di ribasso il gap tra i risultati registrati dai fondi flessibili e quelli registrati dai fondi azionari non è stato così ampio, diverso è invece quanto accaduto nel primo trimestre 2019. Nella fase di ripresa che ha caratterizzato l’inizio del 2019 con i risultati positivi registrati da quasi tutte le asset class i mercati azionari hanno recuperato quanto perso nel 2018 ed anche i fondi flessibili hanno recuperato fermandosi però su livelli molto più bassi. Se il differenziale registrato nei risultati nell’ultimo trimestre 2018 vedeva solo un distacco di 2,64 punti percentuali, nel primo trimestre 2019 il comparto azionario segna una performance del +12,7%, i flessibili del 5,8%, con un distacco di circa 7 punti percentuali, recuperando ma sfruttando quindi solo in parte la ripresa dell’azionario. Le due fasi, orso prima e toro dopo, sembrano dimostrare che i fondi flessibili nei fatti non sono stati in grado di soddisfare le attese perdendo poco meno degli azionari in fase ribassista e guadagnando molto meno degli azionari in fase di ripresa.

 

Grafico 1: Categorie Monetario, Obbligazionario, Azionario e Flessibili – IV° trimestre 2018 e I° trimestre 2019

Se a livello aggregato la categoria Flessibili chiude il I° trimestre 2019 con una performance del +5.8%, le 4 le sottocategorie non raggiungono i medesimi risultati. Le performance più elevate sono state registrate dalle categorie Flessibili Globale euro (+6.27%) e Flessibili Europa (+6.06%), più contenuti i risultati registrati dalle categorie Flessibili prudenti Globali (+3.86%) e Flessibili prudenti Europa (+4,13%).

I risultati in termini di comportamento riflettono l’elemento di prudenza che caratterizza le ultime due asset class che, come conseguenza del vincolo all'investimento azionario che li caratterizza, hanno perso meno nel IV° trimestre 2018 e recuperato meno nel I°trimestre 2019.

Grafico 2: Categorie Quantalys Flessibili – I° trimestre 2019

 

I fondi flessibili ESG

Anche all’interno dei fondi flessibili cominciano a diffondersi fondi ESG. Per essere identificato come “etico” da Quantalys il fondo deve specificare nella strategia di investimento presente all’interno del prospetto il diverso approccio (da quello finanziario) utilizzato per la selezione o nel caso in cui non sia presente nel prospetto deve poter essere in grado di giustificare la veridicità di questo approccio.

Tra gli 80 fondi flessibili dell’Osservatorio, troviamo 4 fondi etici. Due fondi della società Axa Investment Managers, che registrano risultati superiori a quelli delle rispettive categorie Quantalys, e due fondi di Sycomore asset management che registrano invece performance inferiori rispetto alle rispettive medie di categorie.

Grafico 3: Categorie Quantalys Flessibili – I° trimestre 2019

 

Oneri fondi flessibili

Sono state analizzate le spese relative ai fondi flessibili. In particolare, le spese massime in termini di oneri di sottoscrizione e di uscita nonchè gli oneri di gestione e le spese correnti.

 

Grafico 4: Spese medie delle categorie fondi flessibili

 

In merito alle spese di rimborso (di uscita) occorre considerare che 70 fondi su 80 non prevedono spese di rimborso e pertanto il valore medio pari a 1,17% è frutto delle spese previste da soli 10 fondi.

Per le quattro tipologie di oneri (sottoscrizione, correnti, gestione e uscita) è stato calcolato il valore medio sugli 80 fondi dell’Osservatorio e sono stati riportati i 5 fondi con i valori più bassi e i 5 fondi con i valori più alti.

 

Gli oneri di sottoscrizione rappresentano le spese massime da sostenere per l’acquisto delle quote di un fondo e vengono detratti dalla somma effettivamente investita nel fondo.

La media degli oneri di sottoscrizione dei fondi dell’Osservatorio è pari a 3,80%. Il valore massimo è pari all’8% (H2O Multistrategies R), il valore minimo è pari allo 0,80% (DWS Vorsorge premium). 16 fondi non presentano nessuna spesa di ingresso.

Grafico 5: Oneri di sottoscrizione: valore medio e valori estremi

Le spese correnti comprendono i costi di gestione, di amministazione, legali, di revisione e di custodia. Non includono la performance fee che viene indicata separatamente nel KIID. Le spese correnti vengono detratte direttamente dal valore patrimoniale netto dei fondi. In media le spese correnti dei fondi dell’Osservatorio sono pari a 1,80% con un valore massimo pari al 3,62% e un valore minimo pari allo 0,60%.

Grafico 6: Spese correnti: valore medio e valori estremi

 

Gli oneri di gestione rappresentano le spese massime applicate, dalla società di gestione, al Nav del fondo come compenso per la propria gestione. Si tratta di un onere “implicito” in quanto viene dedotto direttamente dal Nav lordo del fondo. La media degli oneri di gestione dei fondi dell’Osservatorio è pari a 1,42%, con un valore massimo pari a 2,45% e un valore minimo pari allo 0,50%.

Grafico 7: Oneri di gestione: valore medio e valori estremi

Gli oneri di rimborso (di uscita) sono le spese massime da sostenere per la vendita delle quote di un fondo che vengono detratti dalla somma ottenuta dall’operazione di vendita. La media degli oneri di uscita dei fondi dell’Osservatorio è pari 1,17% con un valore massimo pari a 2,50% del fondo Azimut Dinamico e 70 fondi che non presentano nessun onere di rimborso.

Lo studio completo è disponibile qui

Da Alessia Vicario - Responsabile Progetti & Ufficio Studi presso Quantalys Italia.