MARKETS UPDATE - gennaio 2023
Pubblicato il 07/02/2023 - Pietro ZanoniMercato Azionario: geografico annuale
Mercato Azionario: geografico mensile (MTD)
Mercato Azionario: dati
I principali indici a livello mondiale, a disposizione su Quantalys, forniscono una panoramica dell’andamento dei mercati.
Performance positive per tutti gli indici per il mese di gennaio, un’ottima ripresa rispetto alla chiusura del 2022. Se nel mese precedente solo due indicatori sui 10 considerati hanno fatto registrare performance positive (l'MSCI Emerging Markets Europe + 3,14% e l'MSCI China + 2,34%), nel mese di gennaio si è registrato un rally generalizzato su tutti i mercati considerati.
L’obiettivo è quello di risalire la china dopo un anno nero, il 2022, che rimarrà nella nostra memoria per molto tempo. Invasione russa dell’Ucraina e inflazione il comune denominatore di ogni notizia quotidiana che ha orientato le scelte di tutti gli investitori durante l’anno trascorso.
Già nella prima settimana di gennaio, i mercati sono stati risollevati da una serie di notizie che hanno fatto ben sperare: inflazione dell’Eurozona in calo nel mese di dicembre (dal 10,1% al 9,2%), stoccaggi di gas a livelli di record a causa di un inverno mite, occupazione USA ai livelli massimi (con una richiesta dei sussidi di disoccupazione inferiore alle attese) e l’inizio dell’apertura della Cina sul fronte restrizioni pandemiche. Nella settimana iniziale è schizzato in alto l’indice MSCI China che ha fatto registrare un + 9,28%. In forte ripresa anche per l’indice europeo MSCI EMU (+ 6,81%) e l’italiano FTSE MIB (+ 6,21%).
Nelle settimane successive a questo primo boom i mercati hanno avuto una crescita più lenta e moderata. I dati dell’inflazione USA di dicembre hanno fatto registrare un calo: al + 6,5% i prezzi al consumo (rispetto al + 7,1% del mese precedente). A favorire il calo dell’inflazione, anche il prezzo dei futures sul gas (Dutch TTF Natural Gas Futures) quotati sulla borsa di Amsterdam che hanno toccato il minimo da settembre 2021 rompendo il pavimento a quota 55. Da notare che l’inflazione al netto del prezzo dell’energia rimane costante, a tratti in aumento.
Nel primo mese del 2023 l’indice azionario più performante è stato il FTSE MIB, con una performance mensile del + 12,20%, trascinato in gran parte dai titoli bancari presenti nell’indicatore. Ciò ha permesso all’indicatore italiano di raggiungere i livelli pre-guerra di gennaio 2022. Al secondo posto troviamo l’MSCI China (+ 10,06%), a seguito della riapertura del governo cinese citata in precedenza e delle politiche espansive adottate. Buone performance anche per gli indici europei MSCI EMU (+ 9,83%) e MSCI Europe (+ 7,00%).
Crescita molto più sostenuta per gli Stati Uniti, con lo S&P 500 che ha fatto registrare un + 4,61%, e per i paesi emergenti Europa, con l’MSCI Emerging Markets Europe che ha registrato il + 1,89%.
Sull’orizzonte temporale di un anno, le performance azionarie sono tutte negative, ad eccezione dell’MSCI Pacific (+ 1,23%).
Ottimo recupero però dell’Europa, considerando le performance sull'orizzonte di un anno. I rendimenti di indicatori come l’MSCI Europe, il FTSE MIB e l’MSCI EMU segnano un trend in netto miglioramento. Ad esempio per il FTSE MIB si ha un dato al 31/01/2023 (– 0,80%) in notevole aumento rispetto ai dati del 31/12/2022 (– 13,31%).
Sempre più difficile la ripresa dei paesi emergenti europei, che rimangono all’ultimo posto di questa classifica.
Mercato Obbligazionario: annuale
Mercato Obbligazionario: MTD
Mercato Obbligazionario: dati
L’assestarsi della crescita dell’inflazione ha fatto ben sperare i mercati. L’attesa degli investitori, dopo le pubblicazioni dei dati in calo dei prezzi al consumo, ha portato a credere che le banche centrali mettano da parte il loro animo da falco, ammorbidendosi e assumendo sembianze da colomba.
Nella prima parte del mese i mercati hanno scontato una riduzione dell'aumento del tasso con un conseguente aumento generalizzato degli indici obbligazionari ed una riduzione dei rendimenti a scadenza dei titoli. Ciò ha comportato una riduzione dei rendimenti a scadenza dei titoli. Ad esempio, al 12 gennaio i rendimenti dei BTP sono passati dal 4,55% di inizio anno al 4,03%.
L’attesa di politiche più accomodanti delle banche centrali non è però stata l’unico elemento a portare un aumento dei listini obbligazionari, riducendo i rendimenti a scadenza dei titoli. In particolare, i titoli di debito pubblico italiano hanno anche beneficiato dell'apertura di Olaf Scholz, cancelliere tedesco, all'emissione di bond europei per contrastare la concorrenza portata dal piano di aiuti USA a sostegno delle tecnologie verdi (370 miliardi di dollari).
A seguito delle dichiarazioni delle principali banche centrali di proseguire in maniera decisa (anche se meno dura del previsto nel medio termine) si osserva una stazionarietà delle quotazioni dei vari indici obbligazionari nella seconda parte del mese di gennaio.
Dalla Yield Curve (struttura per scadenza dei tassi, che rappresenta come variano i rendimenti dei titoli di stato di un paese in funzione della scadenza di tali titoli) italiana si nota come i rendimenti dei titoli di stato, ricavati dai loro prezzi di mercato, sono in aumento per le scadenze brevi (al di sotto dell’anno) e sono in diminuzione per le scadenze a medio-lungo termine. Per molti, ciò indica l’inizio di un periodo di recessione. Per gli USA e la Germania, ad esempio, la yield curve è già invertita (i rendimenti a brevi sono maggiori dei rendimenti a medio-lungo termine).
Rimane crescente il trend dell’Euribor (tasso interbancario di riferimento comunicato giornalmente dalla European Money Markets Institute, di fondamentale importanza per l’indicizzazione di molti contratti, tra i quali mutui a tasso variabile), con un costante aumento per tutto il mese di gennaio:
- L’Euribor a 3 mesi ha raggiunto quota 2,51% a fine mese, contro il 2,16% del 02/01/2023;
- Per l’Euribor a 6 mesi si attende una rottura della soglia del 3% nei primi giorni di febbraio. Il dato al 31/01/2023 riporta un livello del tasso pari a 2,99% (2,73% a inizio anno).
Dai dati presenti in tabella notiamo che il comparto High Yield, europeo e globale, abbia avuto le migliori performance nel mese. Si registra un rendimento del + 3,21% per l’ICE BofA Euro High Yield, seguito dall’ICE BofA Global High Yield con una performance del + 2,44%. Tra i meno performanti (escludendo l’ICE BofA 1-3 Year Euro Broad Market, che per sua natura ha come riferimento titoli a breve scadenza caratterizzati da rendimenti inferiori, dato l’inferiore grado di rischio) troviamo ICE BofA US Broad Market (+ 1,22%).
Dalla piattaforma Quantalys possiamo notare come, in termini di rischio-rendimento e con un orizzonte temporale di un anno, l’ICE BofA 1-3 Year Euro Broad Market abbia avuto sia una volatilità che una perdita molto contenuta.
Si segnala un ulteriore aumento dei tassi da parte di FED e BCE, rispettivamente il 01/02/2023 e il 02/02/2023:
- La FED ha aumentato i tassi di 25 punti base (0,25%) con ulteriori rialzi per i mesi successivi. Il costo del denaro è arrivato al 4,50% - 4,75%. L’obiettivo, ad ora, è quello di arrivare a una vetta del 5% - 5,25%;
- La BCE ha aumentato i tassi di 50 punti base, arrivando al 3% (ad ora l’obiettivo è del 3,50%).
Mercato Obbligazionario con inflazione: dati
È possibile, inoltre, analizzare separatamente gli indicatori obbligazionari che seguono l’andamento dell’inflazione. Si nota come, a causa delle aspettative di riduzione dell’inflazione futura, gli indicizzati abbiano fatto peggio dei prodotti non indicizzati, rimanendo comunque in territorio positivo.
Mercato Azionario Settoriale annuale
Mercato Azionario Settoriale MTD
Mercato Azionario Settoriale: dati
Per l’azionario settoriale, si trovano in cima alla classifica i Beni di consumo discrezionali (ossia quei beni e servizi considerati non essenziali) con l’indice MSCI World Consumer Discretionary che ha fatto registrare una performance su base mensile pari a + 12,82% (– 14,13% annuale). Nell’arco temporale di un anno al primo posto permane, come per il mese scorso, il comparto dell’Energia con un + 34,18% con l’indice MSCI World Energy. Come si evince dai dati, il peggiore a livello annuale è stato il settore delle Telecomunicazioni.
La precedente tabella può essere meglio interpretata dal seguente grafico presente in Quantalys che esplicita, in maniera più comprensibile, il rapporto tra rischi e rendimenti dei settori dall’inizio dell’anno.
Considerando lo Sharpe Ratio (l’indicatore che esprime l’extra-rendimento rispetto al risk-free per unità di rischio) si trova in testa alla classifica il settore Biotechnology con uno Sharpe Ratio pari a 1,10. Si notano infatti, a su un orizzonte annuale, livelli contenuti di volatilità e buone performance. Il peggior indice in termini di efficienza tra quelli considerati risulta essere l’MSCI World Consumer Discretionary con uno Sharpe Ratio del – 0,57.
* La metodologia utilizzata per l'elaborazione dei dati è interna a Quantalys. I calcoli sono aggiornati al 31 gennaio 2023.
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