Capital Group: 5 fattori che potrebbero stimolare l'economia statunitense

Pubblicato il 22/10/2025 - Capital International Management Company SARL
L'economia statunitense ha dimostrato una sorprendente resilienza nei sei mesi successivi all'annuncio del Presidente Trump di una lunga serie di dazi doganali nei confronti di quasi tutti i partner commerciali.

 

All'indomani del “Liberation Day”, i timori di una recessione imminente si sono attenuati, poiché gli investitori hanno iniziato a immaginare un futuro senza una guerra commerciale indotta dai dazi.

“L'incertezza sui dazi non è completamente scomparsa, ma l'amministrazione ha abbandonato la politica del rischio calcolato a favore dei negoziati”, afferma Cheryl Frank, gestore di portafogli azionari.

Il rallentamento della crescita dell'occupazione e i modelli di spesa dei consumatori indicano un indebolimento dell'economia. Tuttavia, secondo Frank, ci sono motivi per essere ottimisti. Dall'approvazione della legge fiscale al calo dei tassi di interesse, l'incertezza su molti fronti è minore rispetto all'inizio dell'anno. Di seguito sono indicati cinque fattori che potrebbero decretare una continua espansione economica.

La crescita economica degli Stati Uniti ha continuato a sorprendere in positivo

Fonti: Capital Group, Bloomberg. Il consensus riflette le stime di crescita del PIL reale statunitense su base annua lato vendita. Il PIL (prodotto interno lordo) reale è il valore corretto per l'inflazione dei beni e dei servizi prodotti dal lavoro e dalle proprietà situate negli Stati Uniti.

1. Una Fed accomodante avvia il ciclo di tagli dei tassi

L'ultimo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve è giunto in un momento di debolezza economica, caratterizzato da una crescita dell'occupazione stagnante. I funzionari hanno indicato ulteriori tagli fino al 2028, segnalando una posizione accomodante.

I tagli dei tassi di solito portano a un aumento della spesa e delle assunzioni da parte delle aziende nonché a un incremento delle vendite di beni di alto valore come automobili e case. “Sono molte le aziende che aspettano il calo dei tassi, soprattutto quelle legate al mercato immobiliare”, osserva Frank. Tra i potenziali beneficiari figurano rivenditori come Home Depot, produttori di sistemi di riscaldamento e raffreddamento come Carrier Global e aziende produttrici di vernici come Sherwin-Williams.

I mercati hanno premiato gli investitori quando i tagli dei tassi sono avvenuti al di fuori di una recessione. In media, l'indice S&P 500 ha registrato un rendimento del 27,9%, mentre il Bloomberg US Aggregate del 16,7%.

L'allentamento monetario al di fuori di una recessione ha alimentato i guadagni

Fonti: Capital Group, Bloomberg Index Services Ltd., Morningstar, Standard & Poor's. I calcoli dei rendimenti si riferiscono ai rendimenti complessivi annualizzati nei periodi in cui la Federal Reserve USA ha smesso di aumentare i tassi e ha iniziato a tagliarli attivamente, misurati dal picco del tasso sui Fed Fund USA al minimo del tasso sui Federal Fund per ciascun ciclo. I cicli di allentamento specifici includono agosto 1984-agosto 1986 (non recessivo), maggio 1989-settembre 1992 (recessivo), febbraio 1995-gennaio 1996 (non recessivo), marzo 1997-novembre 1998 (non recessivo), maggio 2000-giugno 2003 (recessivo), giugno 2006-dicembre 2008 (recessivo) e dicembre 2018-marzo 2020 (recessivo). I benchmark utilizzati sono l'indice S&P 500 (azioni statunitensi), l'indice MSCI World ex USA (azioni internazionali), l'indice Bloomberg U.S. Aggregate (obbligazioni statunitensi) e il tasso medio di investimento dei T-bill USA a 3 mesi (liquidità). Al 31 dicembre 2024.

Tuttavia, permangono timori che i costi di finanziamento non scendano a livelli tali da rilanciare la spesa. Dopo tutto, la Fed ha tagliato i tassi di interesse nel settembre 2024, ma i Treasury USA a 10 anni, che fungono da riferimento e sostengono i costi di finanziamento, sono aumentati. Per quale ragione? Una serie di dati economici inaspettatamente positivi ha spinto gli investitori a ricalibrare le aspettative sulla politica monetaria, spingendo i tassi al rialzo.

Da inizio anno i Treasury a 10 anni sono scesi di circa mezzo punto, passando dal 4,79% di gennaio al 4,26% del 1° ottobre. Una Fed più conciliante, soprattutto se l'amministrazione avrà più influenza sui responsabili della politica monetaria, potrebbe esplorare strumenti non convenzionali per contenere i rendimenti a lungo termine, afferma Damien McCann, gestore di portafogli obbligazionari. “Non è una previsione, ma una possibilità che vale la pena prendere in considerarzione.”

2. La legge fiscale agisce da “massiccio assegno di stimolo”

Una caratteristica degna di nota del One Big Beautiful Bill Act è l'inclusione di tagli fiscali retroattivi per il 2025, con rimborsi ai contribuenti previsti per l'inizio del 2026.

Altri aspetti della legge, come le esenzioni per gli straordinari e le mance, si traducono in rimborsi fiscali insolitamente elevati per un totale di oltre 200 miliardi di dollari all'inizio del 2026. “Potrebbe fungere da enorme assegno di stimolo”, afferma Frank. L'iniezione di liquidità una tantum potrebbe fungere da potente stimolo psicologico alla fiducia dei consumatori e fornire un certo sollievo rispetto all'inflazione legata ai dazi.

La legge favorisce anche le aziende che investono negli Stati Uniti, riducendo il loro reddito imponibile. Nello specifico, le aziende possono ammortizzare rapidamente le spese per ricerca e sviluppo, investimenti di capitale e nuovi stabilimenti.

Di conseguenza, quelle tecnologiche e della difesa potrebbero registrare un aumento del flusso di cassa libero.

Non tutti i settori ne trarranno vantaggio, poiché la legge revoca alcuni incentivi precedenti per l'energia pulita e l'assicurazione sanitaria. Inoltre, il piano aumenta notevolmente il debito pubblico nel lungo periodo, il che potrebbe alimentare l'inflazione e pesare sulla crescita.

3. La deregolamentazione può stimolare la crescita al di fuori dell'IA

Un contesto normativo più debole potrebbe avvantaggiare diverse società, tra cui quelle escluse dal boom dell'intelligenza artificiale.

“Molte aziende che non sono all'avanguardia dal punto di vista tecnologico sono state lasciate indietro”, afferma Brittain Ezzes, gestore di portafogli azionari. “In generale, la deregolamentazione potrebbe aiutare le aziende a sentirsi più a loro agio nel fare nuovi investimenti.” I settori che potrebbero trarne vantaggio includono energia, industria e telecomunicazioni.

Gli investitori stanno inoltre seguendo con attenzione la deregolamentazione bancaria, poiché adeguamenti prudenti potrebbero aumentare l'attività di prestito in tutti i settori, con potenziali effetti positivi per l'economia. Wells Fargo Bank ha subito per anni controlli normativi che ne hanno limitato la capacità di aumentare i ricavi. Ma Ezzes intravede un potenziale: nel 2019 la banca ha assunto un nuovo team dirigenziale che ha lavorato per ripristinare la sua reputazione.Con la rimozione delle restrizioni alla crescita patrimoniale e un clima normativo più favorevole, Wells Fargo potrebbe espandere la sua base prestiti e i suoi potenziali utili.

“Con la spinta alla deregolamentazione da parte dell'amministrazione statunitense, le aziende potrebbero sentirsi meno vincolate nel prendere decisioni di investimento”, aggiunge McCann. Quest'anno i giganti della televisione via cavo Charter Communications e Cox Communications potrebbero fondersi, mentre Union Pacific punta a creare un sistema ferroviario che copra tutto il territorio nazionale attraverso l'acquisizione di Norfolk Southern. Entrambe le operazioni sottolineano una più ampia ondata di consolidamento che potrebbe mettere alla prova i limiti delle preoccupazioni antitrust. D'altro canto, osserva McCann, un minor controllo normativo richiede una maggiore attenzione degli investitori in merito ai potenziali rischi.

4. L'aumento dei budget della difesa è un fattore favorevole a lungo termine

Con l'aumento dei budget della difesa da parte dei partner della NATO, la domanda di prodotti in una vasta gamma di settori dovrebbe aumentare, afferma Frank.

A giugno, gli alleati della NATO si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa dal 2% al 5% del PIL entro il 2035, cambiamento radicale che riflette le crescenti tensioni geopolitiche, con i dazi che minacciano le catene di approvvigionamento e mettono a dura prova le alleanze. La Germania, in particolare, ha assunto un ruolo di primo piano. In precedenza ha reso noto un aggressivo stimolo fiscale incentrato principalmente sulla difesa e sulle infrastrutture. 

Gli alleati della NATO hanno più che raddoppiato gli impegni in tema di spesa per la difesa

Fonti: Capital Group, NATO. I dati relativi al 2024 sono stime basate sui dati più recenti disponibili, al 28 agosto 2025. Il nuovo impegno del 5% è stato annunciato il 27 giugno 2025. La percentuale del PIL è basata su prezzi e tassi di cambio costanti, indicizzati al 2021. La NATO definisce la spesa per la difesa come i pagamenti effettuati da un governo nazionale specificamente per soddisfare le esigenze delle proprie forze armate, di quelle degli Alleati o dell'Alleanza. La difesa delle infrastrutture critiche consiste in investimenti volti a proteggere le infrastrutture critiche, difendere le reti, finanziare l'innovazione e rafforzare la base industriale della difesa.

L'aumento dei budget della difesa rappresenta un vantaggio a lungo termine per molte aziende statunitensi, poiché la maggior parte dei sistemi di difesa avanzati è prodotta in America. L'appaltatore statunitense RTX, noto per i suoi sofisticati sistemi radar e di difesa missilistica, ha registrato un aumento della domanda grazie agli sforzi di modernizzazione intrapresi dai Paesi europei e mediorientali. Si prevede che la crescente adozione della tecnologia dei droni porterà benefici anche alla statunitense Northrop Grumman e alla britannica BAE Systems.

In Germania, gli ordini in arretrato nel settore della difesa sono in aumento. Rheinmetall, uno dei principali produttori di sistemi avanzati, ha registrato un aumento degli ordini in arretrato del 29,9% fino a 63,2 miliardi di euro al 30 giugno 2025.

5. Gli investimenti nell'IA continuano a crescere

Stimolata dall'arrivo di ChatGPT, l'economia dell'IA è diventata un potente motore di crescita per gli Stati Uniti. Al 30 giugno 2025, la spesa tecnologica, che include ricerca e sviluppo e data center, rappresentava circa il 7,5% del PIL statunitense, superando il picco dell'era dot-com, e dovrebbe crescere ulteriormente.

“I sistemi di IA hanno compiuto progressi notevoli, ma siamo ancora all'inizio del processo di implementazione dell'IA nel prossimo decennio”, afferma Mark Casey, gestore di portafogli azionari. Egli prevede un'adozione diffusa dell'IA in tutti i settori, il che potrebbe favorire aumenti di produttività e innovazione.

Tuttavia, l'impatto economico sarà disomogeneo, con alcune aziende che ne trarranno grandi benefici mentre altre dovranno affrontare sconvolgimenti o declino. Nel prossimo decennio, Casey prevede che l'ecosistema dell'IA crescerà, ma mostrerà anche una ciclicità, con periodi di ottimismo seguiti da occasionali battute d'arresto quando le aspettative supereranno temporaneamente la realtà.

Un'economia in movimento

L'economia statunitense è in una condizione vulnerabile. I fattori tipici che trainano la crescita – creazione di posti di lavoro, fiducia dei consumatori e investimenti delle imprese – sono in stallo. Nuovi potenziali fattori favorevoli non sono stati ancora testati, con ripercussioni a lungo termine sulla salute fiscale della nazione e sulle alleanze geopolitiche. L'inflazione rimane elevata, e l'impatto completo dei dazi non si è ancora fatto sentire. Nel frattempo, l'influenza dell'IA sui mercati azionari e sul PIL complica il quadro.

Ci sono però motivi per essere ottimisti, poiché gli Stati Uniti hanno smentito più volte i pessimisti. Nel lungo periodo, gli investitori che sono rimasi pienamente investiti durante i periodi di maggiore incertezza e volatilità dei mercati sono spesso usciti rafforzati. “Credo nel mantenere il 100% degli investimenti”, afferma Frank. “Anche quando i mercati sono troppo esaltati o timorosi, la disciplina e l'attenzione ai fondamentali mi aiutano ad affrontare la volatilità.”

Leggi l'articolo completo sul sito Capital Ideas di Capital Group.


Cheryl Frank è gestore di portafogli azionari con 27 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito un MBA a Stanford e un diploma di laurea ad Harvard.

Damien J. McCann è gestore di portafogli obbligazionari con 24 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2023). Ha conseguito una laurea in amministrazione aziendale con un focus sulla finanza presso l'Università statale della California, a Northridge. Ha ottenuto anche il titolo di Chartered Financial Analyst®.

Mark L. Casey è gestore di portafoglio azionario con 23 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2023). Ha conseguito un MBA ad Harvard e una laurea in storia a Yale.


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