Capital Group: Siamo in una bolla dell'IA?

Pubblicato il 17/11/2025 - Capital International Management Company SARL
Nelle ultime settimane mi ha colpito il volume della copertura mediatica incentrata sul fatto che l'entusiasmo degli investitori per l'intelligenza artificiale stia spingendo il mercato verso una “bolla dell'IA”.

 

Dato che anch'io mi interrogo su questo tema, ho pensato che sarebbe stato utile condividere le mie opinioni, non solo come investitore in titoli legati all'IA, ma anche come ex analista nel settore delle telecomunicazioni che ha assistito allo scoppio della bolla tecnologica alla fine degli anni '90. Ho ancora un ricordo vivido di quell'esperienza, che mi ha insegnato alcune lezioni che ritengo applicabili al contesto attuale.

La domanda chiave oggi è se l'analogia appropriata sia l'anno 2000, il che implicherebbe che ci troviamo in una bolla che sta per scoppiare, o il 1998, il che implicherebbe che non abbiamo ancora raggiunto il punto di inflessione principale e che il mercato potrebbe avere ancora margine di crescita.

Esuberanza del mercato azionario: in passato e adesso

Un grafico a linee confronta i rendimenti dei prezzi cumulativi dell'indice NASDAQ 100 in due periodi: dal 1997 al 2000 e dal 2023 al 2025. Entrambe le linee partono da valori prossimi allo zero, con la prima che registra un forte aumento dopo la metà del 1999, raggiungendo un picco superiore al 450% all'inizio del 2000, prima di evidenziare un ingente calo. Al contrario, la linea dal 2023 al 2025 sale gradualmente, raggiungendo poco più del 100% alla fine del periodo (ottobre 2025).

Fonti: Capital Group, LSE Group, Nasdaq. Dati al 20 ottobre 2025. I risultati passati non sono una previsione dei risultati futuri.

Pur riconoscendo la difficoltà di valutare le bolle con lungimiranza, credo che l'attuale situazione sia più simile al 1998 che al 2000. Come alcuni ricorderanno, il 1998 è stato l'anno in cui Global Crossing, azienda simbolo dell'era della fibra ottica e uno dei titoli chiave della bolla della fine degli anni '90, è stata quotata in borsa a 19 dollari per azione. Nove mesi dopo scambiava a 64 dollari. Worldcom ha notoriamente riferito che il traffico Internet raddoppiava ogni 90 giorni. Naturalmente, entrambe le società sono poi fallite, ma non prima di aver messo in scena una corsa spettacolare. Dal momento in cui Global Crossing è stata quotata in borsa il 14 agosto 1998 fino al picco del mercato il 10 marzo 2000, l'indice NASDAQ-100, fortemente orientato alla tecnologia, è cresciuto di oltre il 245%.

La decisione di non entrare nel mercato di quel periodo è stata molto onerosa per i gestori di portafoglio esperti che erano scettici riguardo alla crescente bolla, poiché non hanno beneficiato del rialzo del mercato. Alla fine hanno avuto ragione nel 2000 e oltre, ma il percorso non è stato piacevole.

La storia si ripeterà?

In futuro penso che sia altamente probabile che si verifichi una bolla, seguita da una correzione potenzialmente straziante. Ma a mio parere non siamo ancora a quel punto. La storia farà anche rima, come avrebbe detto Mark Twain, ma non si ripete esattamente.

Oggi abbiamo un gruppo di società molto più solido che effettua investimenti legati all'IA. I colossi dell'hyperscaling, ovvero i fornitori di piattaforme Internet e cloud come Amazon, Microsoft e Alphabet, sono in grado di sostenere le loro ingenti spese in conto capitale molto meglio rispetto alle start-up delle telecomunicazioni della fine degli anni '90. Alcuni economisti sostengono che la spesa per gli investimenti legati all'IA, che comprendono l'acquisto di chip avanzati e la costruzione di enormi data center, abbia contribuito a evitare la recessione dell'economia statunitense quest'anno.

Le società nel settore dell'IA detengono un'elevata liquidità

Un grafico a barre verticali mostra il flusso di cassa libero combinato degli ultimi 12 mesi (T12 FCF) tra il 2014 e il 2024 per sette società statunitensi fortemente esposte all'IA (Alphabet, Amazon, Apple, Broadcom, Meta, Microsoft e Nvidia). Le barre salgono costantemente da circa 100 miliardi di dollari nel 2014 a quasi 400 miliardi nel 2024, con una forte accelerazione dopo il 2018. Una freccia rivolta verso l'alto evidenzia un aumento del 283% nel periodo, pari a una crescita annualizzata del 14,4%.

Fonti: Capital Group, FactSet. "T12 FCF" si riferisce ai dati relativi al flusso di cassa libero degli ultimi 12 mesi forniti da FactSet. I dati sono aggiornati al 31 dicembre di ogni anno.

Secondo alcune stime, il ciclo di spesa per l'IA è così ampio da rappresentare circa il 7% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, ovvero oltre 2.000 miliardi di dollari. Questa spesa enorme è necessaria secondo i grandi colossi tecnologici per evitare di essere scalzati dalle aziende di IA più giovani e emergenti. Finché società come Amazon, Microsoft e Alphabet considereranno la spesa legata all'IA come essenziale, credo che continueranno a investire, alimentando così il boom dell'IA.

Il tassello mancante: il boom delle IPO in sospeso

Un'altra differenza significativa oggi è che non abbiamo ancora visto l'azienda leader di questa era, OpenAI, quotarsi in borsa. OpenAI ha destato entusiasmo nel novembre 2022 con la presentazione di ChatGPT, un chatbot basato sull'IA che è diventato rapidamente l'app più scaricata nella storia fino a quel momento. Anche altre startup innovative, tra cui Anthropic, Cohere, Mistral AI e xAI, rimangono private, per ora. Non abbiamo ancora vissuto il nostro “momento Global Crossing”, ma credo che sia solo una questione di tempo prima che queste start-up entrino nella fase successiva della loro crescita attraverso il processo di offerta pubblica iniziale (IPO).

Uno degli elementi che ha gonfiato e sostenuto la bolla tecnologica degli anni '90 è stata l'accelerazione della crescita dei ricavi, con la promessa di redditività futura. Queste società pre-IPO sono l'equivalente moderno. Quando saranno quotate in borsa e gli investitori potranno avere una visione più dettagliata dei loro dati finanziari, gli alti tassi di crescita saranno probabilmente premiati dal mercato.

Intelligenza artificiale: boom o bolla?

Il grafico a sinistra mostra due linee che rappresentano le variazioni tra il prezzo e gli utili per azione (EPS) previste nei successivi 12 mesi di Dell, Intel, Cisco e Microsoft dal 1998 al 2002, indicizzati a 100 al 1° gennaio 1998. Illustra la bolla che si è formata durante l'era delle dot-com, quando i prezzi delle azioni di queste società hanno registrato un'impennata ben superiore agli utili. I prezzi hanno raggiunto il picco massimo il 23 marzo 2000, prima dello scoppio della bolla, provocando un forte calo e una successiva convergenza con la crescita degli utili all'inizio del 2001. Il grafico a destra mostra due linee che rappresentano le variazioni tra il prezzo e l'EPS perviste nei successivi 12 mesi di Nvidia, Microsoft, Meta, Apple, Amazon, Alphabet e Broadcom dal 2020 al 2025, indicizzate a 100 al 1° gennaio 2020. Queste aziende, tra le maggiori beneficiarie dell'adozione dell'intelligenza artificiale, presentano una notevole esposizione in infrastrutture, piattaforme e applicazioni. Il recente apprezzamento dei prezzi è stato sostenuto dalla crescita degli utili, in contrasto con la bolla dell'era dot-com, e le valutazioni sembrano essere in linea con i fondamentali.

Il grafico a sinistra mostra due linee che rappresentano le variazioni tra il prezzo e gli utili per azione (EPS) previste nei successivi 12 mesi di Dell, Intel, Cisco e Microsoft dal 1998 al 2002, indicizzati a 100 al 1° gennaio 1998. Illustra la bolla che si è formata durante l'era delle dot-com, quando i prezzi delle azioni di queste società hanno registrato un'impennata ben superiore agli utili. I prezzi hanno raggiunto il picco massimo il 23 marzo 2000, prima dello scoppio della bolla, provocando un forte calo e una successiva convergenza con la crescita degli utili all'inizio del 2001. Il grafico a destra mostra due linee che rappresentano le variazioni tra il prezzo e l'EPS perviste nei successivi 12 mesi di Nvidia, Microsoft, Meta, Apple, Amazon, Alphabet e Broadcom dal 2020 al 2025, indicizzate a 100 al 1° gennaio 2020. Queste aziende, tra le maggiori beneficiarie dell'adozione dell'intelligenza artificiale, presentano una notevole esposizione in infrastrutture, piattaforme e applicazioni. Il recente apprezzamento dei prezzi è stato sostenuto dalla crescita degli utili, in contrasto con la bolla dell'era dot-com, e le valutazioni sembrano essere in linea con i fondamentali.

Fonti: Capital Group, Bloomberg. Con "Quattro cavalieri" si intendono Cisco, Dell, Microsoft e Intel, quattro delle più grandi società e con le migliori performance durante l'era delle dot-com. Dati indicizzati a 100 il 1º gennaio 1998. Le società dell'era dell'IA rappresentate sono Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet, Broadcom, Meta e Amazon, sette delle più grandi società esposte all'IA. Dati indicizzati a 100 il 1º gennaio 2020.

Inoltre, è importate notare che la Federal Reserve statunitense è attualmente impegnata in un ciclo di tagli dei tassi. Una politica monetaria espansiva può favorire i titoli tecnologici altamente valutati. Nel 1998 i funzionari della Fed hanno iniziato a tagliare i tassi di interesse in modo molto aggressivo dopo il crollo di Long-Term Capital Management. Hanno mantenuto tassi bassi in un clima di diffuso timore per il bug dell'anno 2000. Oggi si potrebbe sostenere che i dazi e l'indebolimento del mercato del lavoro siano le preoccupazioni equivalenti che spingono la Fed ad agire. In ogni caso, allora come oggi, c'è molta liquidità nel sistema e questo tende ad alimentare gli spiriti animali degli investitori.

E se la bolla dell'IA stesse per scoppiare?

Un'altra lezione che ho appreso in 30 anni di investimenti è che il mercato a volte ti rende umile. È del tutto possibile che mi sbagli sulla portata e sui tempi di una bolla dell'IA. Nei miei portafogli sto investendo come se fossimo nel 1998 o nel 1999, con l'intenzione di partecipare pienamente alle potenti tendenze dell'IA che continuano a svilupparsi tra queste società dinamiche e orientate alla crescita. Tuttavia, sto anche giocando in difesa, puntando su un certo bilanciamento nei portafogli.

In quest'ottica, sto cercando attivamente società che oggi magari sono sfavorite, ma che potrebbero ottenere risultati relativamente buoni se la bolla dell'IA dovesse scoppiare. A mio avviso, le aziende energetiche e di telecomunicazioni rientrano in questa categoria. Entrambi questi settori scambiano a valutazioni prossime ai minimi storici e vantano società con utili discreti, asset di valore a lungo termine e potenziale per sorprese al rialzo.

Il settore energetico, ad esempio, rappresenta oggi circa il 2,8% dell'indice S&P 500. Si tratta di una percentuale solo leggermente superiore a quella registrata durante il picco della crisi da COVID, quando i prezzi del petrolio sono scesi brevemente sotto lo zero. Non è mai stato così basso da quando sono disponibili i dati dell'indice. Questo settore del mercato è stato, di fatto, dato per spacciato, e questo mi dice che il livello di pessimismo potrebbe essere andato troppo oltre.

Allo stesso modo, con il rapido declino della televisione via cavo, i titoli delle società di telecomunicazioni via cavo sono stati a lungo poco apprezzati. Tuttavia, per gli investitori disposti a setacciare il settore, credo che esistano alcune gemme nascoste con attività in crescita e flussi di cassa solidi che vengono scambiate a multipli molto bassi. Gli investitori non hanno molte opportunità di investire in attività in crescita a sei volte gli utili.

Esempi di società che illustrano questo tema sono le società energetiche come Halliburton e Cenovus Energy, insieme alle società via cavo come Comcast e Charter Communications. Se in futuro assisteremo a un cambiamento fondamentale nella leadership di mercato, immagino ci sarà un momento in cui i settori dell'energia e della televisione via cavo si riaffermeranno e potrebbero essere scambiati a valutazioni molto più elevate.

Non sto lanciando alcun allarme, ma questo è il modo in cui mi sto proteggendo dal rischio legato all'IA nei miei portafogli.

In futuro attenzione a un'eventuale bolla

Nessuno dei miei commenti deve essere interpretato come una mancanza di convinzione nei rapidi progressi dell'IA e nel suo potenziale ruolo di tecnologia incredibilmente trasformativa. Non sono scettico in merito all'IA. Credo che cambierà il mondo, proprio come Internet, e che preparerà il terreno per la creazione di società nuove, innovative e dirompenti, proprio come l'avvento di Internet ha aperto la strada ad Amazon, Alphabet, Meta e Netflix.

Ma penso anche che sia importante valutare a che punto siamo nel percorso di adozione dell'IA, l'entusiasmo degli investitori e la possibilità molto reale che ci saranno problemi in futuro. Se ci stiamo avvicinando a una bolla speculativa, è importante capire a che punto siamo di quel percorso. Direi che siamo più vicini alle fasi iniziali. Se si guarda alla storia della bolla tecnologica della fine degli anni '90, si può giungere alla mia stessa conclusione: probabilmente è troppo presto per lasciare che il rischio di una bolla speculativa prevalga sulle interessanti opportunità offerte da questa nuova e potente tecnologia.

Leggi l'articolo completo sul sito Capital Ideas di Capital Group.


Chris Buchbinder è gestore di portafoglio azionario con 29 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito una laurea in economia e relazioni internazionali presso la Brown University.


Da Capital International Management Company SARL .